Dopo la visita in Algeria, la scorsa settimana il Premier Giorgia Meloni è volata in Libia per rilanciare la cooperazione tra Italia e Nord Africa nell’ottica di una futura importazione di combustibili fossili da Tripoli. Firmato un nuovo accordo Eni – Noc da 8 miliardi per la produzione di gas in pozzi offshore.
Si è concluso con la firma di un nuovo accordo tra ENI e la società libica National Oil Corporation (NOC) del valore di 8 miliardi di dollari l’ultimo viaggio del Premier Giorgia Meloni, che dopo la visita in Algeria della scorsa settimana ha proseguito a Tripoli il rilancio della cooperazione energetica del nostro Paese con gli Stati del Nord Africa, in un’ottica strategica di diversificazione e riduzione della dipendenza energetica dalla Russia sotto sanzioni e coinvolta nel conflitto in Ucraina dallo scorso febbraio 2022.
L’accordo prevede l’aumento della produzione di gas naturale in due giacimenti offshore nell’area di Bahr Essalam, che dovrebbero diventare operativi nel 2026 con una produzione di 21 milioni di metri cubi di gas al giorno. Si tratta del primo grande progetto ad essere sviluppato nella regione dal 2000, che porterà il gas libico all’Italia attraverso il gasdotto Green Stream, che con 520 km di lunghezza è in grado di trasportare sino a 11 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
L’obiettivo del Premier Meloni, come dichiarato in una nota a seguito dell’accordo, è quello di garantire energia ai cittadini libici e, al contempo, assicurare maggiori flussi energetici verso l’Europa. In questo contesto, l’Italia mira a diventare un hub di approvvigionamento energetico per l’intero continente europeo, così da sostenere Bruxelles in una fase di particolare difficoltà per le forniture di gas, in un’ottica di rilancio del ruolo strategico dello Stivale.
In prospettiva green, Eni ha poi dichiarato che il progetto della costruzione di nuovi pozzi offshore per l’estrazione di gas prevederà anche un impianto per la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica (il cosiddetto “Carbon Capture and Storage" – CCS) nell’area attorno a Mellitah, al fine di consentire una significativa riduzione della generale carbon footprint del progetto in linea con l’impegno di Eni per la decarbonizzazione.
Sarà tuttavia fondamentale comprendere se i nuovi accordi in Nord Africa – con l’Algeria prima, con la Libia poi – porteranno ad una nuova dipendenza della politica energetico-industriale dell’Italia sul precedente modello di subordinazione ala Russia, o se, al contrario, l’Italia sarà davvero in grado di diventare il nuovo centro europeo per i flussi di gas.
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