Blog Post

Le Nazioni Unite includono l'accesso ad un ambiente sano tra i diritti umani universali

Valentina Chabert • set 23, 2022

Con 161 voti a favore e 8 astensioni, lo scorso 28 luglio l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano universale.


Una risoluzione storica

L’ Assemblea Generale ha riportato una vittoria per le persone e il pianeta. La decisione di oggi eleva il diritto a dove appartiene: il riconoscimento universale”. Con queste parole Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha accolto in maniera favorevole l’inclusione del diritto ad un ambiente sano tra i diritti umani universali.[1] Nonostante l’astensionismo di (tra gli altri) Cina, Federazione Russa, Siria e Iran,[2] la risoluzione esorta Stati, organizzazioni internazionali e imprese ad intensificare gli sforzi per garantire il diritto ad un ambiente salubre e rappresenta una chiara dimostrazione di come i Paesi membri delle Nazioni Unite possano unirsi nella lotta collettiva contro la triplice sfida del riscaldamento globale, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità.[3] Nella dichiarazione conclusiva emerge infatti l’ormai assodato legame tra ambiente e diritti umani, ed in particolare le implicazioni negative - dirette ed indirette - del degrado ecosistemico (inclusi la cattiva gestione delle risorse naturali, l’inquinamento atmosferico, marino e delle acque e la desertificazione) sul pieno ed effettivo godimento dei diritti fondamentali dell’uomo. Una prospettiva condivisa tanto a livello giurisprudenziale - con la Corte Europea dei Diritti Umani in prima linea per via della tendenza ad interpretare casi di violazione dei diritti umani sotto la lente dei principi di diritto ambientale (si vedano, inter alia, Di Caprio et.al. v. Italia,[4] Guerra v. Italia,[5] Fadeyeva v. Russia[6]) - quanto alla luce dei più recenti resoconti degli UN Special Rapporteurs to the Right of a Healthy Environment Knox e Boyd, i quali hanno riscontrato rispettivamente una serie di obbligazioni in capo agli Stati in merito al diritto ad un ambiente sano[7] e la possibilità che il diritto ad un’aria pulita corrisponda ad un diritto umano.[8] Di vedute simili le corti olandesi, che nei casi Urgenda[9] e Milieudefensie et. al. v. Royal Dutch/Shell Plc.[10] hanno sentenziato la riduzione delle emissioni da parte del governo e del colosso petrolifero Shell riconoscendo in maniera esplicita la minaccia diretta che i cambiamenti climatici pongono alla tutela dei diritti umani. Pertanto, il testo della risoluzione approvata dall’Assemblea Generale - presentato da Maldive, Marocco, Slovenia, Costa Rica e Svizzera nel mese di giugno e co-sponsorizzato da oltre un centinaio di Paesi - ribadisce la necessità di promuovere il diritto ad un ambiente sano sia nell’ambito del diritto internazionale, sia tramite accordi ambientali multilaterali.[11]


Mezzo secolo di lotte gius-internazionaliste                         

Il riconoscimento del diritto ad un ambiente sano come diritto umano porta con sé oltre cinquant’anni di lotte giuridiche e ambientaliste che hanno preso le mosse nei primi anni Settanta. Fu infatti in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano tenutosi a Stoccolma nel 1972 che la questione ambientale venne messa al centro delle priorità internazionali, segnando l’esordio del dialogo tra i Paesi industrializzati e le Nazioni in via di sviluppo in materia di crescita economica, inquinamento atmosferico, delle acque e degli oceani, così come del benessere delle popolazioni della Terra.[12] Il “right to a healthy environment” prese dunque forma in seno ai vertici internazionali sul clima e sulla scia delle dichiarazioni degli Stati membri delle Nazioni Unite in favore dell’esistenza di un diritto fondamentale ad un ambiente di qualità, che garantisca una vita dignitosa e il benestare degli individui. Solo con gli Accordi di Parigi del 2015, tuttavia, l’esplicito riferimento ai diritti umani viene incluso in un accordo multilaterale, riconoscendo nel preambolo la necessità che gli Stati rispettino, promuovano e considerino i rispettivi obblighi in materia di diritti umani nell’attuazione di politiche volte a contrastare i cambiamenti climatici.[13] Tale richiesta fu altresì ribadita nella dichiarazione conclusiva della COP26 di Glasgow, e un ulteriore passo verso la cristallizzazione del diritto internazionale venne compiuto nell’ottobre dello scorso anno, con il riconoscimento - in una risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHRC) approvata con 43 voti a favore e 4 astensioni - dell’universalità del diritto ad un ambiente sano e sostenibile.[14]


Un effetto “trickle-down” per la vincolatezza giuridica?

Sebbene il diritto ad un ambiente sano sia stato annoverato tra i diritti umani universali, la comunità internazionale sarà chiamata a compiere ulteriori passi al fine di rendere tale principio vincolante a livello giuridico, al pari dei principi di diritto ambientale che vantano il carattere dell’obbligatorietà.[15] Come anticipato, la risoluzione di luglio non è suscettibile di produrre effetti giuridici vincolanti sui 193 Stati membri; tuttavia, non è da escludere un effetto a cascata che porti i Paesi a sancire il neo-principio all’interno delle costituzioni nazionali e ad includerlo nei trattati regionali. Esempi di integrazione in maniera più o meno esplicita sono già riscontrabili nell’ International Convenant on Economic, Social and Cultural Rights, che all’articolo 12 prevede il raggiungimento del livello più alto possibile degli standard di salute fisica e mentale e richiede agli Stati parte di intraprendere azioni concrete volte a migliorare lo stato dell’ambiente e l’igiene industriale. Similmente, nonostante i trattati in materia di diritti umani non contengano espliciti riferimenti a diritti legati all’ambiente, numerose dichiarazioni e una ricca case law sono risultati in un processo di “greening” volto a riconoscere come alcuni diritti fondamentali (tra cui il diritto alla vita, alla salute, alla proprietà, all’acqua e alla vita privata) dipendano da un ambiente sano. A livello costituzionale, tra i testi che includono espressamente riferimenti ad un ambiente sano si distinguono Fiji e Costa Rica, che agli articoli 40(1) e 50 tutelano il diritto ad un “healthy and ecologically balanced environment” per il benessere delle generazioni presenti e future.[16] Parallelamente, dichiarare l’accesso ad un ambiente sano e sostenibile come diritto umano universale permetterebbe agli individui e alle comunità interessate di mettere in discussione alcune politiche ecologicamente dannose ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani, ampiamente consolidato in gran parte degli Stati del mondo. Si dovranno tuttavia attendere nuovi sviluppi giurisprudenziali per stabilire se la risoluzione delle Nazioni Unite abbia funto da vero e proprio catalizzatore e nuovo punto di partenza per l’evoluzione del diritto in senso vincolante.




NOTE
[1]
UNEP, Statement by Inger Andersen on UN General Assembly resolution recognizing the right to a healthy environment, 28 luglio 2022. Disponibile al link: https://www.unep.org/news-and-stories/statements/statement-inger-andersen-un-general-assembly-resolution-recognizing.

[2]UNDP, Historic UN resolution recognizes healthy environment is a human right, 28 luglio 2022. Disponibile al link: https://www.undp.org/blog/historic-un-resolution-recognizes-healthy-environment-human-right.

[3] UNEP, In historic move, UN declares healthy environment a human right, 28 luglio 2022. Disponibile al link: https://www.unep.org/news-and-stories/story/historic-move-un-declares-healthy-environment-human-right.

[4] European Court of Human Rights, Di Caprio et. al. v. Italia, 5 febbraio 2019, Requête no 39742/14. Disponibile al link:https://hudoc.echr.coe.int/eng#{%22itemid%22:[%22001-191781%22.

[5] European Court of Human Rights, Guerra et. al. v. Italia, 19 febbraio 1998, Application no. 116/1996/735/932. Disponibile al link: https://hudoc.echr.coe.int/fre#{%22itemid%22:[%22001-62696%22.

[6] European Court of Human Rights, Fadeyeva v. Russia, 9 giugno 2005, Application no. 55723/00. Disponibile al link:https://leap.unep.org/countries/ru/national-case-law/case-fadeyeva-v-russia

[7] Report of the Special Rapporteur on the issue of human rights obligations relating to the enjoyment of a safe, clean, healthy and sustainable environment, A/73/88, 19 luglio 2018. Disponibile al link: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N18/231/04/PDF/N1823104.pdf?OpenElement.

[8] Right to a healthy environment : good practices : report of the Special Rapporteur on the Issue of Human Rights Obligations Relating to the Enjoyment of a Safe, Clean, Healthy and Sustainable Environment, A/HRC/43/53, 30 dicembre 2019. Disponibile al link: https://digitallibrary.un.org/record/3864899.

[9] Urgenda Foundation v. State of the Netherlands, 20 dicembre 2019. Disponibile al link:https://www.urgenda.nl/en/themas/climate-case/.

[10] Milieudefensie et. al. v. Royal Dutch/Shell Plc, luglio 2021. Disponibile al link: http://climatecasechart.com/climate-change-litigation/non-us-case/milieudefensie-et-al-v-royal-dutch-shell-plc/.

[11]ONU. Diventa diritto umano vivere in un ambiente pulito e sano, Notizie Geopolitiche,1 agosto 2022.https://www.notiziegeopolitiche.net/onu-diventa-diritto-umano-vivere-in-un-ambiente-pulito-e-sano/.

[12] United Nations Conference on the Human Environment, Stoccolma, 1972. Maggiori informazioni sono disponibili al link:https://www.un.org/en/conferences/environment/stockholm1972.

[13] European Parliament, A universal right to a healthy environment. Disponibile al link: https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2021/698846/EPRS_ATA(2021)698846_EN.pdf.

[14] UNHRC, The human right to a safe, clean, healthy and sustainable environment, A/HRC/48/L.23/Rev.,15 ottobre 2021. Disponibile al link:https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/LTD/G21/270/15/PDF/G2127015.pdf?OpenElement

[15] UNEP, In historic move, UN declares healthy environment a human right, 28 luglio 2022. Disponibile al link: https://www.unep.org/news-and-stories/story/historic-move-un-declares-healthy-environment-human-right.

[16] Constitución Política de Costa Rica, 1949, art. 50. Disponibile al link: https://pdba.georgetown.edu/Parties/CostaRica/Leyes/constitucion.pdf; Constitution of the Republic of Fiji, 2013, art. 40, para 1. Disponibile al link: http://www.paclii.org/fj/Fiji-Constitution-English-2013.pdf.

 


Condividi

Autore: Redazione 31 gen, 2023
Dopo la visita in Algeria, la scorsa settimana il Premier Giorgia Meloni è volata in Libia per rilanciare la cooperazione tra Italia e Nord Africa nell’ottica di una futura importazione di combustibili fossili da Tripoli. Firmato un nuovo accordo Eni – Noc da 8 miliardi per la produzione di gas in pozzi offshore.
Autore: Valentina Chabert 23 gen, 2023
È al vaglio una nuova direttiva dell’Unione Europea per contrastare le pubblicità ingannevoli sui vantaggi ambientali e il greenwashing da parte delle imprese, che spesso impiegano dichiarazioni false sugli impatti per meri scopi di marketing .
29 dic, 2022
Grazie allo sfruttamento del moto ondoso, della luce solare e del vento il Portogallo aspira a diventare il nuovo hub europeo per le energie rinnovabili, nell’ottica di un completo abbandono delle fonti fossili.
Show More
Share by: