I prezzi dell’energia alle stelle e la carenza di gas potrebbero spaventare l’Europa non solo per l’inverno alle porte, bensì anche per i mesi più freddi del 2023-2024. Ad essere penalizzati, i Paesi più vulnerabili del continente.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Oxford Institute for Energy Studies (Oies), vi è una forte probabilità che i pesanti razionamenti dei consumi di gas si facciano sentire in Europa a partire dal prossimo anno, sebbene anche per l’inverno imminente le erogazioni di energia siano a rischio sia per una questione di approvvigionamenti, sia per ragioni legate allo stoccaggio del gas.
L’OIES ha sottolineato infatti che qualora non si giungesse presto ad un forte calo della domanda di gas nei Paesi più dipendenti dalla Russia,
la carenza di fonti energetiche alternative e la ridotta diversificazione degli approvvigionamenti potrebbe essere catastrofica per l’inverno 2023/2024.
In questo scenario, l’Europa Centrale ed in particolare
Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Ungheria, sarà l’area più colpita dalla riduzione (o interruzione) delle importazioni di gas da Mosca. Tuttavia, proprio fra questi Paesi è in corso una certa opposizione all’istituzione di un tetto al prezzo del gas.
L’ipotetica interruzione di gas russo lascerebbe infatti a questi Paesi la sola scelta di
importare energia dalla Norvegia, dal Belgio e dai Paesi Bassi, che hanno tratto un ampio profitto dal caro-gas degli ultimi mesi.
L’Europa Orientale, senza il gas russo, è inoltre fortemente dipendente dalle importazioni provenienti da un’area ristretta dell’Europa nord-occidentale, che - sebbene ridotta e in calo - continua ad essere impegnata in attività di estrazione e ad avere una propria produzione di energia.
Secondo le previsioni, se l’inverno nel suo complesso risulterà più freddo dei precedenti, la regione settentrionale potrebbe superare la stagione
esaurendo totalmente gli stoccaggi, ma evitando razionamenti massicci e una distribuzione della domanda. Tuttavia, tale possibilità
dipenderà dalla continuità dei flussi di gas russo, che attualmente si attesta ad 80 milioni di mc al giorno. Al contempo, il concretizzarsi di tale scenario comporterebbe un inizio dell’estate con gli stoccaggi vuoti, con le difficoltà connesse ad un conseguente riempimento in un tempo ridotto.
Ad ogni modo, i
livelli di riempimento degli stoccaggi alla fine della stagione 2022/2023 saranno un fattore cruciale per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas per i prossimi anni.
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