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Cosa prevede il nuovo pacchetto UE contro il caro energia

ott 13, 2022

Il prossimo 18 ottobre, Bruxelles presenterà il nuovo piano dell’Unione per affrontare l’aumento vertiginoso dei prezzi energetici. In agenda acquisti comuni di gas, riduzione della domanda, solidarietà.



L’arrivo di un nuovo pacchetto europeo contro il caro energia è alle porte: nella giornata del 18 ottobre la Commissione presenterà infatti una serie di misure che potrebbero sciogliere il nodo del tanto discusso tetto al prezzo del gas, e che verranno discusse dai Capi di Stato e di Governo durante il Consiglio Europeo del 20-21 ottobre e, successivamente, dai ministri al Consiglio UE Energia il 25 ottobre.

 

L’annuncio del nuovo intervento europeo in materia energetica è arrivato al termine della riunione informale del Consiglio Energia che si è chiusa ieri a Praga, durante la quale la Commissaria Kadri Simson ha annunciato le quattro aree di intervento a cui sta lavorando l’Unione Europea:

 

  • Un quadro alternativo al Title Transfer Facility (Ttf) per il prezzo del gas, in quanto l’attuale benchmark altera in maniera artificiale le quotazioni sul mercato europeo;
  • L’ulteriore riduzione della domanda di gas sul continente;
  • Il rafforzamento degli accordi di solidarietà tra gli Stati membri per la fornitura di energia;
  • La creazione di una piattaforma per gli acquisti comuni di gas

 

Kadri Simson ha poi affermato la necessità di definire un meccanismo temporaneo capace di limitare i prezzi del gas, senza tuttavia specificarne le future modalità di funzionamento.

 

In questo quadro, la questione più dibattuta rimane il fissaggio di un tetto al prezzo del gas. In merito, alcuni Paesi – l’Italia in primis – spingono verso un price cap in forma dinamica, ovvero una sorta di range all’interno del quale permettere al prezzo del gas di muoversi ma senza la volatilità incontrollabile di oggi.

 

Ad esitare Germania e Olanda, che al vertice di Praga della scorsa settimana hanno presentato un documento in cui esortano al rafforzamento degli acquisti congiunti di gas, al riempimento anticipato degli stoccaggi per il prossimo inverno, e alla riduzione della domanda energetica, a cui dovrà corrispondere un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili.

 

In occasione della riunione informale del 12 ottobre, Simson ha dunque ricordato che sarebbe possibile attivare la clausola di emergenza che renderebbe la riduzione del 15% della domanda obbligatoria. Ciononostante, lo sviluppo di una piattaforma comune europea per l’acquisto di gas sembrerebbe l’opzione più efficiente da percorrere, anche in vista dei timori che già animano Bruxelles per il prossimo inverno 2023-2024.

 

In caso di uno stop completo alle forniture di gas dalla Russia, infatti, sarà necessario riempire gli stoccaggi in maniera coordinata e con largo anticipo, al fine di evitare la concorrenza tra gli Stati membri per accaparrarsi le forniture. Al contempo, l’UE sarà in grado di trattare i prezzi del gas da una posizione di forza maggiore in virtù del proprio peso economico.

 

Infine, Simson ha confermato l’impegno europeo per la riforma del mercato elettrico, al fine di sfruttare i vantaggi delle rinnovabili e delle tecnologie low-cost per i consumatori e di evitare che una sola fonte energetica – prima fra tutte il gas – possa condizionare o modificare il normale andamento dei prezzi. Sarà tuttavia necessario attendere la fine dell’anno per una prima bozza di tale proposta.


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